Sant’Agapito, martire venerato a Palestrina, visse durante il periodo delle persecuzioni romane contro i cristiani nel III secolo. Nato da genitori cristiani, crebbe nella fede e nel fervore della Chiesa nascente, nonostante il rischio sempre presente di essere perseguitato a causa della propria religione. La sua vita si intrecciò con un momento critico per i cristiani a Roma, quando l’imperatore Aureliano emanò editti severi contro di loro. Agapito, conscio dei pericoli, non si nascose né rinunciò alla sua fede. Al contrario, continuò a praticare il cristianesimo apertamente, offrendo conforto e sostegno spirituale ai suoi fratelli e sorelle nella fede. La situazione si fece più pericolosa quando le autorità locali a Palestrina vennero a conoscenza delle attività di Agapito e lo arrestarono. Fu sottoposto a interrogatori e torture per costringerlo ad abiurare la sua fede cristiana, ma Agapito rimase saldo, rifiutando di sacrificare agli dei pagani e di rinnegare il suo Dio. La sua resistenza e il suo coraggio ispirarono molti, ma irritarono le autorità che, infine, lo condannarono a morte per decapitazione. La tradizione narra che Agapito accettò il suo martirio con serenità e preghiera, offrendo la sua vita come testimonianza della sua fede in Cristo. Il suo culto si diffuse rapidamente dopo la sua morte, e Sant’Agapito divenne un simbolo di coraggio e fedeltà per i cristiani della regione. Le persone iniziarono a venerarlo come martire e intercessore, credendo che la sua morte avesse conferito a lui il martirio e a loro la benedizione spirituale. Con il passare del tempo, il culto di Sant’Agapito si consolidò, e il suo nome è rimasto vivo attraverso i secoli, continuando a ispirare i fedeli con il suo esempio di sacrificio e perseveranza nella fede.