Isidoro Bakanja nacque verso il 1887 nella Repubblica Democratica del Congo, all’epoca sotto il dominio del Re Leopoldo II del Belgio. Da ragazzo, lavorò come muratore e nei campi. Nel 1906 si convertì al Cristianesimo e ricevette il battesimo.
Isidoro era un fervente cristiano e desiderava ardentemente condividere la sua fede con gli altri. Iniziò a catechizzare i suoi compagni di lavoro, cosa che non piacque al suo padrone, un belga di nome Rombaut. Questi era un uomo crudele e dispotico che odiava la religione cattolica.
Un giorno, Rombaut ordinò a Isidoro di rinunciare alla sua fede. Isidoro si rifiutò e per questo fu sottoposto a terribili torture. Fu frustato a sangue, flagellato e gettato in prigione.
Nonostante le sofferenze, Isidoro non rinunciò mai alla sua fede. Anzi, la sua fede si rafforzò e pregò per la conversione del suo persecutore. Isidoro morì il 15 agosto 1909 a causa delle torture subite. Aveva solo 22 anni.
Isidoro Bakanja è stato beatificato il 24 aprile 1994 da Papa Giovanni Paolo II, durante il Sinodo dei Vescovi sull’Africa. È considerato un martire della fede e un modello per i cristiani di tutto il mondo. La sua storia ci insegna che la fede è più forte di qualsiasi persecuzione e che l’amore di Dio può vincere anche l’odio più feroce.