Rolando era un ragazzo di campagna, nato in una famiglia semplice e profondamente religiosa. Fin da piccolo, mostrava una fede sincera e un’attrazione verso la vita sacerdotale.
Entrò in seminario a soli 12 anni, dove si distingueva per la sua dedizione allo studio e alla preghiera. Aveva un’amore particolare per l’Eucaristia e la Madonna, a cui si affidava con devozione.
La sua vita fu tragicamente stroncata a soli 14 anni, durante gli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale. Fu ingiustamente accusato e condannato a morte da un gruppo di partigiani.
Prima di essere fucilato, Rolando perdonò i suoi assassini e pregò per loro. Le sue ultime parole furono: “Viva Cristo Re!”.
Egli è stato beatificato da Papa Francesco nel 2013 e la sua memoria liturgica si celebra il 13 aprile.
Rolando rappresenta un esempio di santità per i giovani. La sua breve vita ci insegna che è possibile vivere la fede con coraggio e coerenza, anche in situazioni difficili. Il suo martirio è un invito al perdono e all’amore verso Dio e verso il prossimo.