San Giacomo il Maggiore è stato uno dei dodici apostoli di Gesù Cristo, menzionato nei Vangeli del Nuovo Testamento come uno dei primi discepoli scelti da Gesù. Giacomo, chiamato anche Giacomo figlio di Zebedeo o Giacomo il Maggiore per distinguerlo da Giacomo il Minore, era originario di Betsaida, in Galilea. Era figlio di Zebedeo e Salome e fratello maggiore di Giovanni, anch’egli apostolo di Gesù. Giacomo e Giovanni erano pescatori di professione e lavoravano con il padre Zebedeo. Giacomo ebbe l’onore di essere uno dei primi chiamati da Gesù a diventare suo discepolo. Insieme a suo fratello Giovanni, fu chiamato mentre stava lavorando nelle barche sul lago di Galilea. La chiamata di Gesù cambiò radicalmente la loro vita, e i due fratelli divennero devoti seguaci di Gesù, lasciando tutto per seguirlo. Giacomo fece parte del gruppo ristretto di apostoli che Gesù selezionò per essere testimoni diretti della sua vita, dei suoi insegnamenti e dei suoi miracoli. Fu presente in eventi significativi come la trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor e l’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi. Nel corso del ministero di Gesù, Giacomo e suo fratello Giovanni mostravano un zelo particolare e, in un episodio noto, chiesero a Gesù di sedere uno alla sua destra e uno alla sua sinistra nel suo regno. Gesù rispose loro con amore, ma li esortò a bere il calice del dolore e del martirio come lui stesso avrebbe fatto. Dopo la risurrezione di Gesù, Giacomo continuò a svolgere un ruolo attivo nella comunità apostolica primitiva. Fu testimone della risurrezione e dell’ascensione di Gesù e ricevette lo Spirito Santo a Pentecoste, insieme agli altri apostoli. Giacomo è noto per essere stato uno degli apostoli più zelanti nella diffusione del Vangelo. Dopo la Pentecoste, si dice che abbia predicato il Vangelo in diverse regioni, tra cui la Giudea e la Samaria. Secondo la tradizione, si recò anche in Spagna, dove si ritiene abbia predicato il Vangelo prima di tornare in Palestina. Giacomo è considerato il primo apostolo ad essere martirizzato. Fu decapitato per ordine di Erode Agrippa I intorno al 44-45 d.C. a Gerusalemme. Il suo martirio testimonia il suo impegno totale per Cristo e il suo coraggio nel sostenere la verità del Vangelo fino alla morte. Dopo il suo martirio, la sua tomba divenne un importante luogo di pellegrinaggio a Gerusalemme, dove i fedeli andavano per onorare la sua memoria e chiedere la sua intercessione. La sua eredità spirituale continua a essere venerata nella Chiesa cattolica e ortodossa, che lo riconoscono come uno dei principali apostoli e martiri di Gesù Cristo.