Santa Giuliana, vergine e martire di Nicomedia, visse nel IV secolo in quella che oggi è la Turchia. Figlia di un pagano di nome Africanus, crebbe in un contesto non cristiano ma abbracciò presto la fede cristiana, facendo voto di verginità.
Giuliana fu promessa in sposa a Eleusio, un pagano di alto rango, ma rifiutò di sposarlo a meno che non si convertisse al cristianesimo, cosa che Eleusio non fece. Questo rifiuto scatenò la sua denuncia come cristiana durante le persecuzioni di Diocleziano.
Arrestata, fu sottoposta a torture cruente, ma rimase ferma nella sua fede cristiana, incoraggiata da visioni celesti. Il suo martirio avvenne intorno al 304 d.C., quando fu decapitata.
Le reliquie di Santa Giuliana furono trasferite a Cuma, vicino a Napoli, Italia, e in seguito alcune parti furono portate a Bruges, in Belgio, nel medioevo.
Santa Giuliana è celebrata il 16 febbraio e venerata sia nella Chiesa cattolica che in alcune tradizioni ortodosse. È spesso raffigurata con simboli del martirio come la palma, e talvolta con catene per simboleggiare la sua prigionia e le prove subite. La sua vita e il suo martirio sono un esempio di dedizione e coraggio cristiano, ispirando i fedeli a rimanere saldi nelle loro convinzioni spirituali di fronte alle avversità.