Il Venerdì Santo è una delle giornate più intense e cariche di significato nel calendario liturgico cristiano, celebrata il venerdì che precede la Pasqua. In questo giorno, la Chiesa commemora la passione, la morte e la crocifissione di Gesù Cristo, eventi che costituiscono il fulcro della fede cristiana, poiché rappresentano l’atto supremo di amore e sacrificio compiuto da Cristo per redimere l’umanità dal peccato. La celebrazione del Venerdì Santo è caratterizzata da un profondo senso di raccoglimento e penitenza, poiché si riflette sul dolore e sulla sofferenza di Gesù durante le ultime ore della sua vita, dal tradimento nell’Orto degli Ulivi fino alla morte sulla croce sul Golgota.
Dal punto di vista liturgico, il Venerdì Santo è l’unico giorno dell’anno in cui non si celebra la Messa, poiché si vuole sottolineare la natura di lutto e privazione di questa giornata. Al suo posto, si svolge una solenne celebrazione che si articola in tre momenti distinti: la liturgia della Parola, l’adorazione della Croce e la comunione eucaristica. La liturgia della Parola include la lettura del racconto della Passione di Cristo, tratta dal Vangelo secondo Giovanni, che narra con dettagli intensi gli avvenimenti che conducono alla crocifissione. Questa narrazione è spesso accompagnata da lunghi momenti di silenzio e meditazione, invitando i fedeli a riflettere sul sacrificio di Cristo.
Dopo la lettura della Passione, si tiene un’adorazione della Croce, uno dei momenti più significativi e toccanti della celebrazione. I fedeli, uno alla volta, si avvicinano alla croce, che viene esposta in modo solenne al centro della chiesa, per baciare o toccare il legno, in segno di venerazione e gratitudine per il sacrificio di Gesù. Questo gesto simbolico esprime la partecipazione del credente alla sofferenza di Cristo e il riconoscimento della sua morte come atto di salvezza universale. Al termine dell’adorazione della Croce, i fedeli possono ricevere la comunione, che viene distribuita utilizzando le ostie consacrate il giorno precedente, durante la Messa del Giovedì Santo.
Il Venerdì Santo è anche un giorno di digiuno e astinenza, pratiche che richiamano il senso di partecipazione alla sofferenza di Cristo. I fedeli sono invitati a vivere la giornata in preghiera e raccoglimento, spesso partecipando alla Via Crucis, una processione che ripercorre le quattordici stazioni del cammino di Cristo verso il Calvario. Questa pratica devozionale è diffusa in molte comunità cristiane e, in alcune tradizioni, viene realizzata all’aperto, con processioni che attraversano le strade della città o del paese, rievocando con intensità emotiva e spirituale il dolore di Gesù.
Il Venerdì Santo ha anche un’importanza ecumenica, poiché è una celebrazione condivisa da molte confessioni cristiane, comprese quelle ortodosse e protestanti. In diverse parti del mondo, la festività assume anche una dimensione culturale e popolare, con rappresentazioni della Passione, riti di flagellazione e altre forme di devozione pubblica che esprimono la profonda connessione della comunità con il dolore di Cristo.
Il Venerdì Santo non è solo una giornata di lutto, ma anche di speranza. Sebbene la Chiesa si fermi per contemplare la morte di Cristo, la liturgia prepara già i fedeli alla celebrazione della sua Resurrezione, che avverrà la domenica di Pasqua. Il silenzio e la sobrietà del Venerdì Santo, quindi, sono preludio alla gioia pasquale, e invitano i cristiani a guardare oltre la sofferenza e la morte, verso la promessa di vita nuova e redenzione che Cristo offre con la sua resurrezione.
In sintesi, il Venerdì Santo è un giorno di profonda meditazione sul mistero della croce, un momento in cui i cristiani ricordano il sacrificio di Gesù e, attraverso preghiere, digiuni e riti liturgici, si uniscono spiritualmente alla sua passione, in attesa della vittoria finale sulla morte, che verrà celebrata con la Pasqua.